La collezione Faina si formò a partire dal 1864, ad opera di due esponenti importanti della famiglia: i conti Mauro ed Eugenio. Secondo una tradizione il nucleo originario della raccolta sarebbe costituito da 34 vasi donati al conte Mauro dalla principessa Maria Bonaparte in Valentini, figlia di Luciano Bonaparte - lo scopritore delle necropoli di Vulci - e nipote di Napoleone. Mauro Faina gestì la raccolta fino al 1868; alla sua morte venne ereditata dal fratello Claudio e affidata alle cure del nipote Eugenio. La collezione, ospitata inizialmente nel palazzo di famiglia a Perugia, fu trasferita ad Orvieto negli ambienti dove ha ancora sede.
Ad Eugenio si deve un mutamento negli indirizzi collezionistici: egli cessò di acquistare antichità sul mercato d’arte e indirizzò l’interesse verso i reperti che, durante gli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, venivano riportati alla luce nelle necropoli orvietane. Ereditata da Claudio junior, la collezione, ormai completa, fu da lui conservata e resa pubblica nel 1954.
Il palazzo Faina, posto in piazza del Duomo, proprio di fronte alla Cattedrale, venne acquistato alla metà dell'Ottocento dal conte Claudio Faina senior. Nel 1954, il nipote, Claudio junior, lasciò per testamento al Municipio di Orvieto tutte le sue proprietà per finanziare la Fondazione per il Museo Claudio Faina; da quel momento l’edificio è divenuto sede museale.
Al piano nobile del palazzo, l’esposizione propone le tappe di formazione della raccolta legate all'attività dei collezionisti Mauro ed Eugenio. Il percorso espositivo si apre con la presentazione del ricco monetiere, prosegue con l’esposizione di reperti caratteristici di Chiusi e di vasi attici a figure nere e a figure rosse; tra i primi spiccano tre anfore di eccezionale valore attribuite ad Exekias, il maggiore ceramografo attico nella tecnica a figure nere. Al secondo piano, le antichità sono ordinate secondo un criterio tipologico e cronologico: i materiali preistorici e protostorici precedono il bucchero, la ceramica attica a figure nere e a figure rosse e i bronzi etruschi; tre ambienti sono dedicati alla ceramica etrusca. Un torso in marmo chiude il percorso.
Al pianterreno ha sede il Museo Civico, il quale, articolato su tre grandi vani, accoglie le antichità collezionate durante l'Ottocento dalla municipalità orvietana. Tra queste meritano di essere ricordati almeno la Venere di Cannicella, il Cippo a testa di Guerriero e la decorazione frontonale del Tempio del Belvedere.
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